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Correlazioni in Medicina



Linagliptin nel trattamento del diabete mellito di tipo 2


L’FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato Linagliptin ( Tradjenta ) compresse come farmaco da prescrizione da associare a dieta e attività fisica per ridurre la glicemia in pazienti adulti con diabete di tipo 2.
L’Autorità regolatoria statunitense ha approvato Linagliptin sia in monoterapia che in associazione ad altri farmaci comunemente prescritti nel diabete mellito di tipo 2, quali Metformina, sulfaniluree e Pioglitazone, per ridurre l’emoglobina glicata ( emoglobina A1c o HbA1c ) in media dello 0.7% ( rispetto al placebo ).

Linagliptin è un farmaco che appartiene alla classe degli inibitori della dipeptidil-peptidasi 4 ( DPP-4 ) ed è il primo, in questa classe, ad essere stato approvato in un unico dosaggio ( 5 mg una volta/die ).
Con Linagliptin non sono necessari aggiustamenti di dosaggio per i pazienti con compromissione renale o epatica.
Linagliptin si presenta in forma di compresse che possono essere assunte sia con che senza cibo. Il farmaco riduce la glicemia in maniera glucosio-dipendente, aumentando i livelli di incretine ( GLP-1 ), che incrementano la produzione di insulina post-prandiale e nell’intero arco della giornata.

Linagliptin 5mg una volta/die è stato approvato sulla base dei risultati di un Programma di studi clinici che ha coinvolto circa 4.000 soggetti adulti con diabete di tipo 2.
Il Programma ha compreso tre studi controllati verso placebo che hanno valutato Linagliptin sia in monoterapia, che in associazione ad altri farmaci ipoglicemizzanti orali comunemente impiegati, come Metformina e sulfaniluree.
Linagliptin in monoterapia ha dimostrato differenze statisticamente significative in termini di riduzione media dei livelli di HbA1c rispetto a placebo sino allo 0.72%.
In pazienti in cui la terapia con Metformina o Metformina più sulfanilurea non è riuscita a controllare adeguatamente la glicemia, l’aggiunta di Linagliptin ha prodotto una differenza statisticamente significativa in termini di riduzione media di HbA1c dello 0.6%, rispetto a placebo.
Un quarto studio ha messo a confronto l’associazione iniziale di Linagliptin e Pioglitazone rispetto al solo Pioglitazone. La differenza in termini di riduzione media rettificata di HbA1c fra Linagliptin e placebo è stata dello 0.5% ( p<0.0001 ). I pazienti che hanno assunto Linagliptin più Pioglitazone hanno ottenuto una riduzione di HbA1c dell’1.1% rispetto al basale, in confronto a una riduzione dello 0.6% nei pazienti in trattamento con Pioglitazone da solo ( p< 0.0001).

Linagliptin ha inoltre ottenuto riduzioni significative nella glicemia plasmatica a digiuno rispetto a placebo, sia in monoterapia che in associazione a Metformina, sulfaniluree e/o Pioglitazone.
Linagliptin ha prodotto una riduzione significativa nella glicemia post-prandiale, superiore a placebo sia in monoterapia, sia in associazione a Metformina.

Negli studi controllati verso placebo non è stata riscontrata alcuna differenza significativa in termini di calo ponderale rispetto al basale per Linagliptin in monoterapia, in associazione a Metformina o con Metformina più sulfanilurea.

I pazienti in terapia con Linagliptin hanno mostrato un calo ponderale medio significativo dal basale, rispetto ai pazienti in terapia con sulfanilurea ( calo di 1.1 kg nel braccio di trattamento con Linagliptin rispetto ad un aumento di 1.4 kg nel braccio di trattamento con sulfanilurea, p<0.0001 ).

Nello studio di confronto dell’associazione iniziale di Linagliptin e Pioglitazone, rispetto al solo Pioglitazone, si è riscontrato un incremento ponderale sia nel gruppo Linagliptin più Pioglitazone, che in quello placebo più Pioglitazone, con una differenza media rettificata rispetto al basale pari rispettivamente a 2.3 kg e a 1.2 kg ( p=0.0141 ).

Tra le reazioni avverse riscontrate in una percentuale pari o superiore al 5% dei pazienti trattati con Linagliptin, rispetto al placebo, vi è stata la rinofaringite.
L’ipoglicemia è stata osservata più spesso nei pazienti trattati con Linagliptin e sulfanilurea, rispetto ai pazienti che hanno ricevuto l’associazione placebo e sulfanilurea.
Quando Linagliptin è stato somministrato in monoterapia o in associazione a Metformina o Pioglitazone l’incidenza di ipoglicemia è stata simile a quella riscontrata con placebo.
La pancreatite è stata riferita più frequentemente in pazienti randomizzati che hanno ricevuto Linagliptin ( 1 caso ogni 538 anni-persona contro 0 in 433 anni-persona per il gruppo di confronto ).

Linagliptin non va assunto da pazienti con diabete mellito di tipo 1, né come terapia della chetoacidosi diabetica ( aumento dei chetoni nel sangue o nelle urine ).
Linagliptin non è stato studiato in associazione a Insulina. ( Xagena2011 )

Fonte: Boehringer Ingelheim, 2011


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